Quando si vuole dare una definizione di chi è l’arbitro, non si può non pensare a Concetto Lo Bello di Siracusa. Colui che per primo a partire dagli anni cinquanta ha tracciato un solco profondo della figura del 23° uomo in campo. L’arbitro che con il suo carisma e il modo di stare in campo dal punto di vista atletico ha dimostrato che anche il direttore di gara può essere un atleta tra gli atleti.
Indice
Gli inizi
Concetto Lo Bello nasce a Siracusa il 13/05/1924 e fin da ragazzo dimostra di avere delle attitudini importanti per diversi sport dal punto di vista atletico. Inizia ad arbitrare nel 1944 e subito si mette in evidenza nelle categorie regionali nella sua Sicilia, dove viene chiamato a dirigere tutti gli incontri più importanti e difficili.
A differenza dei suoi colleghi di quel periodo, in campo si muove molto, dimostrando di avere una preparazione atletica pari a quella dei calciatori. Oltre alla preparazione fisica mette in evidenza una personalità spiccata che lo differenzia subito dai suoi colleghi. Da li a dieci anni nel 1954 debutta in serie A e anche nella maggiore categoria evidenzia il suo carisma e talento tanto da diventare internazionale nel 1958.
Nel calcio italiano
Nell’arco di venti anni tra il 1954 e il 1974 Lo Bello è stato il protagonista assoluto nella direzione delle gare principali del campionato italiano, tanto da essere definito il principe dei fischietti. La sua fama all’interno del rettangolo di gioco era pari a quella dei principali protagonisti di quel periodo, da Rivera a Riva, da Mazzola a Suarez, da Sivori a Corso. Solo un altro arbitro nella storia del calcio italiano successivamente raggiugerà una tale celebrità: Pierluigi Collina.
Nel corso della sua lunga carriera alla fine saranno 328 in serie A, record assoluto di presenze. Lo Bello ha dato prova della sua bravura e grande autorevolezza e in più occasioni si è imposto con grande energia in situazioni al limite, mantenendo il suo ruolo nonostante gli arrivassero critiche da più parti che gli imputavano manie di protagonismo. Tanti furono gli scontri con diversi calciatori ma in particolare con Gianni Rivera. A tal proposito Gianni Brera disse:
“Due galli in un pollaio non possono stare.”
Tanti erano gli scontri tra i due quando Lo Bello incontrava il Milan di Gianni Rivera. Per questo motivo, data la durezza e inflessibilità nella direzione delle gare che a Lo Bello venne dato l’appellativo “Il Tiranno di Siracusa”.
Sono tante le partite in cui Lo Bello salì in cattedra per ergersi a protagonista indiscusso, come quando in un Juventus-Cagliari nel 1970, partita decisiva per il campionato, assegnò due rigori molto discutibili, prima alla Juventus e poi al Cagliari. Quando in una partita della Spal concesse tre rigori contro i ferraresi tanto da subire successivamente un’indagine fiscale su iniziativa del ministro Preti tifoso ferrarese.
O quando in Napoli-Juventus al Vomero consentì a cinquemila tifosi napoletani di stare ai bordi del campo, non facendo una piega nel proseguo della direzione di gara, tanto era sicuro e autorevole in campo. O quando nella finale dell’Olimpiadi di Roma espulse l’attaccante Galic che lo insultò con una parola in slavo che lui capì. Anche fuori dal campo fu inflessibile, quando prima di un Bari-Cosenza gli offrirono cinque milioni di lire per garantirne il pareggio denunciò immediatamente i corruttori.
Divenne protagonista anche quando invitato alla Domenica Sportiva a commentare alla moviola una sua decisione in Milan-Juventus. Infatti non diede un calcio di rigore ai rossoneri e disse a Bruno Pizzul:
“Adesso le sembrerà strano, ma le dico che il difensore è stato più furbo di me e questo era calcio di rigore.”
Anche fuori dal campo dimostrazione di autorevolezza e trasparenza.
Campo internazionale
Anche in campo internazionale Lo Bello è stato un grande protagonista, dirigendo: 93 gare di cui 34 tra nazionali maggiori, due finali di coppa campioni, la finale della coppa delle coppe, la finale della coppa delle fiere, la finale della coppa uefa, la finale delle olimpiadi di Roma, la semifinale di un europeo e la semifinale del mondiale del 1966 in Inghilterra.
A proposito di questo mondiale è da raccontare quanto divisivo sia stato un arbitro come Lo Bello. Era il candidato numero uno ad arbitrare la finale, ma nella partita tra URSS-Germania Ovest espulse il russo Cislenko per un fallo di reazione. Pagò questa decisione molto contestata dai sovietici, che si opposero all’interno della commissione arbitrale quando dovette essere deciso l’arbitro della finale tra Inghilterra e Germania.
Carriera professionale
Assicuratore di professione, si dedicò anche alla carriera politica, dove fu nominato deputato per quattro legislature nelle file della Democrazia Cristiana ed eletto nel 1986 sindaco di Siracusa. Si spese molto nella sua attività di politico per lo sport, tanto da essere nel 1975 il proponente e relatore della legge relativa alla costruzione di impianti sportivi nel sud Italia.
Riconoscimenti
Nel 2012 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. In ambito arbitrale ha vinto il premio Mauro, che è il principale riconoscimento per un’arbitro in attività. A lui è intitolato il palazzetto dello sport di Siracusa.
In conclusione questa è la storia di Concetto Lo Bello, che ha smesso di arbitrare a cinquant’anni, venuto a mancare nel 1991 all’età di 66 anni e che la figlia ricorda così:
“Mi piace ricordarlo mentre con la sua giacchetta nera corre sul campo dell’Eden, con il fischietto in bocca e la sua lunga ed elegante falcata”
L’arbitro che ha dato lustro al calcio italiano nel mondo, che era duro come un diamante, inflessibile e imparziale come un giudice, rispettato e ammirato da tutti anche in Paradiso.
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