Di Andrea Caropreso
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Il segno di quanto il calcio sia cambiato è che oggi può avere più valenza un eventuale raggiungimento del quarto posto, utile per la qualificazione alla prossima Champions League, piuttosto che un trofeo come la Coppa Italia. Non è un caso infatti che dalle parti di Torino, sponda Juventus, l’obiettivo (minimo) primario fin dalla scorsa estate era quello di ottenere un piazzamento per l’Europa che conta.
La Juventus infatti è impegnata in un piano di risanamento di bilancio nel quale è stato previsto di intascare i milioni della ricchissima nuova Champions per almeno i prossimi tre anni. Traguardo a cui andrebbe aggiunto il piazzamento stabile tra le prime 16 del torneo. Obiettivo, quest’ultimo, che nel corso di questa stagione è stato fallito mandando in fumo un possibile introito di 15 milioni di euro.
Incassi
Per un club come la Juventus la qualificazione alla prossima Champions League può avere un valore che oscilla fra i 60 e i 100 milioni di euro. Non si tratterebbero esclusivamente di soldi provenienti dalla Uefa per l’accesso alla competizione, ma anche di eventuali incassi relativi al botteghino, ai diritti televisivi e agli sponsor.
Voce | Stima |
---|---|
Partecipazione (accesso al girone unico) | €15 milioni |
Ranking storico (coefficiente UEFA) | €20 milioni |
Market pool (quote TV italiane) | €10-15 milioni |
Bonus risultati (League Phase + fasi a eliminazione) | €5-30 milioni |
Incassi da stadio (matchday) | €10 milioni |
Sponsor e premi extra | €5-10 milioni |
Cosa succede senza Champions?
Per determinati club, tra cui la Juventus, una mini catastrofe finanziaria si verificherebbe proprio nel caso in cui l’accesso alla massima competizione continentale dovesse essere mancato. Questo per una serie di ragioni. Innanzitutto, la differenza in termini di premi e dunque di incassi fra la Champions e l’Europa League (per non parlare della Conference) è abissale.
Se infatti andiamo a vedere l’andamento di questa stagione possiamo notare che l’Inter, classificatasi quarta nel girone unico, ha incasso circa 12 milioni di euro, a fronte dei 4 milioni incassati dalla Lazio “vincitrice” del girone di Europa League. Ciò deriva, ad esempio, dalla sperequazione che c’è tra ottenere i tre punti in Champions piuttosto che in Europa League. Due milioni contro i 400 mila euro della seconda manifestazione europea.
Pertanto, per un club come la Juventus, con un bilancio ancora in rosso seppur in miglioramento, la possibilità di giocare la Champions rappresenta la voce più sicura da inserire nel piano programmatico che viene stilato agli azionisti. Non è un caso che l’anno senza le coppe, vissuto nella scorsa stagione, ha creato un buco finanziario che ha costretto Elkann a porre in essere una nuova ricapitalizzazione per 200 milioni. La terza in quattro anni.
Strategia sportiva
E poi si viene al campo. Le questioni finanziarie vanno infatti di pari passo con la competitività sul piano sportivo e con la strategia che i dirigenti devono mettere in pratica per mantenere alto il livello della squadra. Un eventuale fallimento dell’obiettivo Champions porterebbe il direttore Cristiano Giuntoli ad essere costretto a vendere almeno un pezzo pregiato.
Difficilmente infatti una nuova ricapitalizzazione potrebbe coprire interamente il buco lasciato dai 60-70 milioni mancanti. Motivo per il quale giocatori come Yildiz e Cambiaso potrebbero diventare l’occasione giusta per intascare quanto inizialmente sarebbe stato previsto con l’accesso in Champions League.
Uno scenario che però dalle parti di Torino vogliono scongiurare, soprattutto da quando l’arrivo di Tudor ha portato nuova linfa alla squadra. Questo lunedì di Pasquetta offre l’opportunità di ottenere tre punti determinati in casa del Parma. Una vittoria che può valere decine di milioni potenziali.
Di Andrea Caropreso