Di Andrea Caropreso
Indice
Seguici sui social per rimanere aggiornato sulle ultime notizie del calciomercato: Instagram, Facebook e X.
L’attuale Mondiale per Club ha messo in luce una realtà, quella delle società sudamericane, che in molti credevano potesse essere inferiore rispetto ai top campionati europei e che invece nella partita secca può dire la sua. I club brasiliani infatti sono riusciti ad arrivare almeno fino ai quarti grazie ai successi di Palmeiras e Fluminense. Quest’ultima perfino eliminando l’Inter reduce dalla finale di Champions League. Ma quindi quanto sono distanti, ad esempio, i campionati brasiliani da quello italiano? L’analisi inevitabilmente deve intrecciarsi con i fattori economici.
Il sistema calcistico brasiliano
Primo punto di partenza è comprendere il sistema calcistico brasiliano. Data la grandezza del paese infatti in Brasile si disputano due campionati. Il primo è quello statale che inizia a fine gennaio e si disputa fino ad aprile. Trattasi quindi di un campionato circoscritto alle aree limitrofe delle squadre coinvolte. Tra questi i più famosi sono quello Carioca, in cui per intenderci gioca il Fluminense, e quello Paulista, il cui record di vittorie è detenuto dal Corinthians. A questi si aggiunge poi lo storico Brasileirao, ossia il campionato nazionale che si disputa da maggio a dicembre.
Se è vero che il Brasileirao decreta il vincitore nazionale dell’anno, è altrettanto vero che i tornei statali sono una fonte di entrata determinante per i club minori. In generale invece sui club brasiliani la doppia competizione impatta con pro e contro. Da un lato la saturazione del calendario, che fa sì che i club disputino perfino più partite di quante ne giochino in Italia i club di Serie A, dall’altro però una maggiore visibilità, unita a più biglietti venduti e quindi introiti fondamentali per il sostentamento del club.
L’impatto sui bilanci: il caso del Palmeiras
Nel 2023 il Palmeiras ha rappresentato l’emblema del modello di business e di sostentamento dei club sudamericani (e nello specifico brasiliani). Grazie infatti ad una valorizzazione strategica degli introiti derivanti dal Brasileirao, dalle competizioni internazionali (Copa Libertadores) e dalle vendite dei giocatori più rappresentativi cresciuti nel club, il Palmeiras è riuscito a chiudere l’anno con un fatturato di 155 milioni di euro secondo soltanto al San Paolo e al Flamengo.
Bilancio Palmeiras 2023
Voce | Valore in € (milioni) | % sul fatturato |
---|---|---|
Totale ricavi | €167,8 | 100% |
Vendite giocatori | €37,4 | 22% |
Diritti TV (totali) | €36,6 | 22% |
→ di cui Brasileirão | €20,0 | 12% |
Sponsorship / Marketing | €25,4 | 15% |
Premi sportivi | €16,0 | 10% |
Biglietteria (match-day) | €12,6 | 7% |
Membership fidelizzati | €11,8 | 7% |
Licensing / brand | €7,2 | 4% |
Avanzo operativo | €12,4 | 7% |
Questi numeri ci aiutano a comprendere la reale incidenza di alcune voci come la vendita dei giocatori (perlopiù verso l’Europa), mentre invece nel modello europeo ed italiano incide in modo relativo rispetto agli introiti derivanti dalla partecipazione alle competizioni UEFA, dai diritti televisivi e dal campionato. Basandoci infatti ad esempio soltanto sui ricavi derivanti da quest’ultimo possiamo tracciare una prima netta differenza tra il Brasileirao e la Serie A.
Ricavi da campionati nazionali: confronto Club Serie A vs Club Brasileirão (2022–2024)
Club | Paese | Campionato | Ricavi stimati annuali (milioni €) | Incidenza % sui ricavi totali |
---|---|---|---|---|
Inter | Italia | Serie A | 180 | 48% |
Milan | Italia | Serie A | 175 | 45% |
Roma | Italia | Serie A | 140 | 55% |
Napoli | Italia | Serie A | 130 | 55% |
Juventus | Italia | Serie A | 125 | 55% |
Palmeiras | Brasile | Brasileirão | 85 | 50% |
Flamengo | Brasile | Brasileirão | 105 | 45% |
Botafogo | Brasile | Brasileirão | 65 | 38% |
Grazie a questi numeri è possibile verificare che il Milan ad esempio, nonostante sia secondo solo all’Inter, abbia un’incidenza sui ricavi totali pari a quella del Flamengo che tra le sudamericane è quella che nel periodo in esame ha incassato di più.
Questo acuisce in primis la differenza in termini di incassi tra le due realtà, ma soprattutto il fatto che, nonostante il doppio campionato, in Brasile i ricavi generati dal Brasileirao incidono molto di meno sulle casse del club rispetto a quanto accada in Serie A. Tuttavia c’è un’altra differenza sostanziale. I club italiani sono molto più dipendenti dalla partecipazione alle competizioni UEFA (Champions League su tutte) di quanto non lo siano quelli brasiliani (Copa Libertadores).
Competizioni UEFA vs CONMEBOL: il confronto
Le competizioni UEFA costituiscono una porzione decisiva dei ricavi dei club italiani di vertice. Molto di più di quanto la stessa fetta della torta possa costituire per i club sudamericani coinvolti nella competizioni CONMEBOL. Ad esempio l’Inter, ultima finalista di Champions League, ha staccato un assegno da parte della UEFA superiore ai 100 milioni soltanto per ciò che concerne i premi (partecipazione, vittorie, passaggio dei turni, market pool ecc.).
Non si può dire lo stesso invece per quanto riguarda ad esempio il Botafogo, ultimo vincitore della Copa Libertadores lo scorso anno, che ha incassato per aver raggiunto lo stesso risultato (anzi di più perché ha alzato la coppa) appena 30 milioni di euro. In termini percentuali ciò significa che le competizioni extra nazionali incidono per circa il 10% sui fatturati dei club brasiliani, mentre si può arrivare anche a circa il 40% per quanto riguarda quelle italiani.
In definitiva quindi calcio brasiliano genera entusiasmo, partite e incassi con competizioni nazionali all’anno oltre a quelle internazionali, ma fa fatica a trovare stabilità a parte qualche eccezione. La Serie A, con meno competizioni ma una struttura diversa e più solida, riesce a produrre ricavi maggiori e più stabili, anche se dipende fortemente dalle competizioni UEFA. Due modelli diversi, con una sfida comune: rendere il calcio economicamente sostenibile in un’era di competizione globale.
Di Andrea Caropreso