Calcio e sostenibilità: la rivoluzione green dei club italiani

A cura di Marta Elena Casanova

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Il 2025 è l’anno della svolta per il calcio italiano sul fronte della sostenibilità. Con l’entrata in vigore delle nuove normative UEFA e FIGC in materia ESG (Environmental, Social, Governance), i club di Serie A e B sono chiamati non solo a rispettare criteri ambientali e sociali, ma anche a dimostrare con dati e report le azioni concrete intraprese. Una rivoluzione importante, che impatta non solo le società calcistiche, ma anche i tifosi, i territori e l’intero ecosistema del mondo del pallone.

Le nuove regole: cosa cambia dal 2025

Le direttive imposte da UEFA e FIGC impongono agli enti calcistici italiani di redigere un bilancio ESG annuale, che misuri l’impatto ambientale delle attività del club (consumi energetici, emissioni, gestione rifiuti), le iniziative sociali a favore della comunità (inclusione, accessibilità, formazione) e la governance interna (parità di genere, trasparenza gestionale, etica del lavoro).

Chi non si adegua rischia sanzioni economiche, limiti nelle licenze europee o penalizzazioni nel ranking di sostenibilità. Non si tratta quindi più di “greenwashing”, ma di una vera e propria accountability certificata.

I grandi club si attrezzano: Inter, Milan e Juventus aprono la strada

Le tre big del calcio italiano hanno già mosso i primi passi concreti. L’Inter ha lanciato il progetto “IMPACT”, un piano triennale che prevede la riduzione del 40% delle emissioni entro il 2028, la transizione a fonti rinnovabili per la sede e il centro sportivo, e attività di riforestazione urbana in partnership con il Comune di Milano.

Il Milan, attraverso la “Fondazione Milan Green”, ha promosso percorsi educativi per le scuole su sport e sostenibilità, oltre ad aver installato pannelli solari presso il centro di allenamento di Milanello e iniziato un piano di mobilità sostenibile per i tifosi durante le partite casalinghe.

La Juventus, invece, si è focalizzata sull’aspetto sociale: nel 2025 ha inaugurato un programma di borse di studio per giovani atleti in difficoltà economica, e ha digitalizzato tutta la gestione logistica per ridurre consumi e sprechi. Inoltre, l’Allianz Stadium è ora alimentato al 100% da energia verde certificata.

Territorio, economia e tifosi: un impatto reale

Le nuove politiche ESG non sono solo una questione di compliance normativa. Il loro effetto si fa sentire sul territorio e nell’economia locale. L’indotto generato da progetti green include nuove figure professionali (energy manager, consulenti ESG) e opportunità per le imprese locali coinvolte nella filiera sostenibile.

Sempre più supporter inoltre chiedono trasparenza e coerenza, premiando con la loro fedeltà i club che dimostrano attenzione al futuro del pianeta. Il legame tra calcio e identità locale si rafforza attraverso iniziative condivise: raccolte differenziate negli stadi, eventi di sensibilizzazione ambientale, progetti di riqualificazione urbana.

L’Europa fa scuola: i modelli da seguire

I club italiani si ispirano anche alle best practices già in atto in Europa. Il Forest Green Rovers, in Inghilterra, è il primo club al mondo 100% vegano e a zero emissioni nette, riconosciuto dalla FIFA come “il club più green del mondo”.

In Germania, il Mainz 05 ha implementato una strategia di compensazione totale delle emissioni, rendendo ogni partita “carbon neutral”, mentre il Feyenoord nei Paesi Bassi ha sviluppato un sistema di raccolta dell’acqua piovana per irrigare i campi di allenamento e ridurre il consumo idrico.

Questi modelli dimostrano che la sostenibilità nel calcio non è solo possibile, ma anche vantaggiosa in termini di reputazione, attrazione di sponsor e coinvolgimento dei giovani.

Una sfida che è anche un’opportunità

Per i club italiani, la rivoluzione green non è solo un dovere morale e regolamentare, ma un’opportunità strategica. Chi saprà innovare e anticipare le tendenze potrà costruire un vantaggio competitivo anche fuori dal campo. Perché oggi è anche saper prendersi cura del futuro.

A cura di Marta Elena Casanova

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