Di Andrea Caropreso
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L’epica vittoria ai tempi supplementari contro il Barcellona, che ha proiettato l’Inter verso la settima finale della sua storia in UEFA Champions League, non rappresenta soltanto un trionfo sportivo che rimarrà impresso nella memoria non solo dei tifosi nerazzurri.
Dietro quella che è stata una delle partite più rocambolesche e palpitanti della storia recente del calcio europeo, si cela anche un colossale successo economico. I nerazzurri, grazie al passaggio del turno, mettono in cassaforte altri 18,5 milioni di euro in premi UEFA, una cifra tutt’altro che irrilevante che si aggiunge a una stagione già ricchissima sotto il profilo finanziario.
Il percorso
Il cammino europeo dell’Inter finora ha fruttato circa 132 milioni di euro tra premi UEFA, bonus risultati, posizione nel ranking, incassi da botteghino e ricavi da merchandising. Numeri che non solo nobilitano il lavoro della dirigenza guidata da Beppe Marotta, ma che permettono al club di scalare posizioni nella classifica dei fatturati europei, partendo dal 14° posto con ambizioni ben più alte.
A livello di premi UEFA, si parte dal bonus partecipazione di 18,62 milioni di euro, uguale per tutti i club iscritti. A questo si è aggiunto il nuovo premio per la posizione nella classifica unica, che ha garantito all’Inter 9,7 milioni di euro. I bonus per i risultati, anche se ritoccati al ribasso quest’anno (2,1 milioni per vittoria e 700 mila per pareggio), hanno comunque portato un contributo significativo alle casse nerazzurre.
Fondamentale anche la componente del nuovo pilastro UEFA denominato “value”, che integra il market pool e il ranking storico decennale. Un meccanismo estremamente remunerativo, sia per la parte europea (diritti TV continentali) sia per quella non europea (prestigio storico).
Botteghino ricco
E poi c’è San Siro, teatro di un’altra impresa e, al tempo stesso, fonte di guadagni record. Il ritorno contro il Barcellona ha fatto segnare il più alto incasso al botteghino della storia del calcio italiano, con 14,7 milioni di euro e 75.504 spettatori, superando di oltre 2 milioni il precedente primato stabilito proprio dall’Inter nel derby di Champions del 2022/23 contro il Milan. Anche la partita contro i catalani ha goduto di un tutto esaurito, spinto da un boom nella vendita dei biglietti, i cui prezzi ritoccati al rialzo hanno fatto lievitare ulteriormente gli introiti rispetto ai 12,5 milioni registrati due stagioni fa.
In questo quadro, la finale di Monaco del prossimo 31 maggio contro una tra PSG e Arsenal non rappresenta solo l’occasione per alzare l’ambito trofeo dalle grandi orecchie. In palio ci sono ulteriori 17 milioni di euro per chi conquisterà la coppa, a conferma del fatto che oggi la Champions League è tanto una competizione sportiva quanto una miniera economica per chi sa arrivare in fondo.
Milioni che saranno fondamentali non solo per il bilancio del club in chiusura il prossimo giugno, ma anche in ottica mercato dove da diversi stagioni il club nerazzurro deve fare di necessità virtù. L’Inter sogna e incassa. E a Oaktree, il fondo statunitense proprietario del club, non resta che fregarsi le mani.
Di Andrea Caropreso