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Difficoltà tecniche
Stasera si è consumata, per la seconda volta consecutiva nella Coppa del Mondo, la caduta della Germania. Infatti anche se ha battuto il Costa Rica per 4-2, i tedeschi sono stati eliminati dal girone E, come già accaduto in Russia nel 2018.
Già nella partita d’esordio contro il Giappone, la squadra allenata da Flick, è apparsa in difficoltà nei diversi reparti. La difesa con diversi uomini fuori condizione, con un reparto senza un vero leader e con alcuni componenti del reparto senza grande esperienza internazionale.
Il centrocampo con il solo Musala vero trascinatore della squadra, ma ancora troppo giovane per caricarsi sulla spalle la responsabilità di una nazionale così importante. Goretzka e Gundogan in nazionale, non riescono ad avere il rendimento che solitamente hanno nei loro club, Bayer Monaco e Manchester City) e in questo mondiale questo rendimento è stato assolutamente negativo.
In attacco Muller non è stato il calciatore che in tante occasioni ha risolto le partite, il tempo sta passando anche per lui. Per quanto riguarda Gnabry e Sanè, hanno avuto qualche sprazzo di buon gioco, ma troppo poco per fare la differenza in un campionato del mondo. Havertz non è riuscito ad esprimere il suo grande talento, se non nell’ultima partita contro il Costa Rica, quando è subentrato nel finire e dove ha realizzato due reti inutili per la qualificazione. Infine Gotze, ormai sul viale del tramonto, fa tenerezza vedere giocare in un certo modo, colui che nel 2014 in Brasile realizzò la rete decisiva nella finale contro l’Argentina.
La federazione tedesca chiamando in panchina Hans-Dieter Flick, si aspettava un cambio di rotta, rispetto agli ultimi risultati conseguiti dal suo predecessore Low. Evidentemente il problema non era solo l’allenatore, ma sicuramente tutto il sistema calcistico tedesco era da rivedere. Fino al mondiale del 2018 in Russia, la nazionale tedesca era sempre arrivata almeno ai quarti di finale, vincendo quattro volte, ed arrivando altre tante in finale anche se poi sconfitta.
La definitiva caduta della Germania
In questi anni, alcune delle nazionali che storicamente sono sempre state grandi protagoniste ai mondiali, stanno avendo difficolta, vedi la Germania, ma anche Olanda e Inghilterra, senza parlare dell’Italia, che per due mondiali consecutivi non è arrivata a giocarli. Probabilmente è la crisi di un sistema, perchè in questi paesi non stanno nascendo dei talenti che possono fare la differenza, come invece è accaduto tanti anni prima.
Nella caduta della Germania vista oggi, l’unico vero fuoriclasse è il portiere Neuer, mentre gli altri, in precedenti edizioni dei mondiali non sarebbero stati neanche convocati. Sono lontani i tempi in cui in attacco la Germania poteva schierare gente come Gerd Muller, Rummenigge, Voller, Klinsmann tutti calciatori che facevano la differenza. Oppure a centrocampo calciatori del livello di Lothar Matthaus o in difesa di Franz Beckenbauer, Thomas Berthold e Andreas Brehme.
Il sistema calcistico tedesco, ha sempre lavorato con disciplina e grande attitudine al lavoro, puntando molto sulle strutture giovanili, ma probabilmente in questi anni si è pensato che avendo un determinato metodo questo potesse bastare, per proseguire ad ottenere dei risultati nelle competizioni mondiali.
Sia i tedeschi che gli italiani, non si sono resi conto, che le partite internazionali, si vincono avendo in squadra i fuoriclasse e non calciatori nella media, che eseguono il loro compitino in campo. I grandi club a livello europeo vincono le Champions con dentro i talenti, che molte volte da soli decidono le partite, basti osservare il Barcellona ai tempi di Guardiola o il Real Madrid di Ancellotti o di Zidane.
Germania e Italia se vogliono tornare a brillare ai mondiale, devono avere calciatori differenziati, come la Francia con Mbappe, il Brasile con Neymar e Vinicius Jr, la Spagna con Pedri e Gavi o l’Argentina con Messi e J.Alvarez. La caduta della Germania è stata una sorpresa ma a quanto pare inevitabile.
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